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Utilizzare il ghiaccio secco per una migliore conservazione degli alimenti

    Conosciuto anche con il termine inglese“dry-ice”, il ghiaccio secco altro non è che la trasformazione dell’anidride carbonica dallo stato gassoso direttamente allo stato solido grazie ad una temperatura “da brividi” di -78°C.

    Ovviamente, questo fa ben comprendere l’utilità che il ghiaccio secco alimentare può avere nella conservazione dei cibi, soprattutto per quei prodotti (come ad esempio i surgelati) che,se trasportati da un luogo ad un altro, hanno bisogno sempre di non subire sbalzi di temperatura e di avere garanzia di “freddo” costante.

    Pertanto, si capisce perfettamente come il ghiaccio secco sia indispensabile nel campo della ristorazione, del catering e di tutte quelle ditte che si occupano del trasporto di prodotti alimentari da “freezer”.

    Perché utilizzare il ghiaccio secco?

    L’ormai diffuso dry-ice, come abbiamo già precisato, è anidride carbonica ed il fatto che la composizione non crei umidità, lo trasforma in un potente antibatterico ed antimicotico.

    Bisogna però sottolineare che, a contatto con l’aria, quindi, si disperde e per questo è preferibile che venga imballato in appositi contenitori, al fine di mantenere tutte le sue caratteristiche inalterate.

    Alla domanda “come è possibile utilizzare il ghiaccio secco?” ci sono diverse risposte. Il dry-ice potrà essere impiegato al fine di ritardare il processo fermentativo degli alimenti e, per le sue peculiarità, è particolarmente utilizzato anche per la lavorazione della carne e nelle panetterie, in cui è preferibile che vengano mantenute le temperature molto basse in modo da impedire – o comunque rendere minimo – il rischio della proliferazione di batteri e muffe, aspetto fondamentale che fa preferire l’uso del ghiaccio secco a quello composto da acqua che, al contrario, generando umidità, rende il terreno fertile per la formazione dei microrganismi che risulterebbero nocivi per la salute e comporterebbero, tra gli altri, un notevole aumento della probabilità di sviluppare patologie come i tumori.

    Principali metodi di conservazione degli alimenti

    Sono diversi i metodi utilizzati per conservare i prodotti alimentari al fine di mantenere intatte le loro proprietà. Infatti, i cibi subiscono spesso determinati processi che permettano di garantire una conservazione perfetta del prodotto.

    Partiamo dalle conserve che prevedono il confezionamento degli alimenti in appositi contenitori che diventano a lunga conservazione.

    È il caso di prodotti in scatola, surgelati o anche liofilizzati. Altro metodo è quello delle semi-conserve che viene utilizzato per prodotti refrigerati o, comunque, che hanno subito processi di pastorizzazione o, più in generale, di trasformazione e che, quindi, vengono conservati per un periodo di tempo più breve.

    Ad ogni modo, gli alimenti possono essere conservanti con metodi diversi: fisici, biologici e chimici per come spiegheremo di seguito. Tra i metodi considerati “fisici” rientrano tra le basse temperature, i processi di congelamento e refrigerazione, mentre le alte temperature sono ideali per la sterilizzazione e la pastorizzazione. Altri metodi prevedono che per la conservazione vengano preferite la disidratazione, l’essiccamento, il sottovuoto ed una serie di altri processi.

    Cause di una cattiva conservazione alimentare

    Come già preannunciato, il ricorso a metodi di conservazione degli alimenti considerati non adeguati, sottenderebbero rischi notevoli per la salute per coloro che consumano i prodotti alimentari in questione.

    Infatti, esistono degli alimenti che – più degli altri – dovrebbero essere evitati o comunque consumati in maniera veramente ridotta. A partire dall’alcool, uno tra i nutrienti maggiormente responsabili dello sviluppo di forme tumorali della mammella, dello stomaco, del colon, del fegato e delle vie aeree. Alimenti dichiaratamente cancerogeni sono considerate anche le carni rosse e, in particolare, quelle processate, ovvero che hanno subito processi di trasformazione.

    Primi tra tutti gli insaccati che per essere prodotti richiedono l’aggiunta di nitriti e nitrati. Da evitare assolutamente anche i cibi particolarmente salati oppure in salamoia, in considerazione del fatto che la quantità massima di sale da consumare in una giornata è pari a circa 5 grammi totali al giorno.

    Un “no” secco è necessario anche davanti ai cibi in scatola, particolarmente calorici ed alla miriade di bibite zuccherate che, contribuiscono alla formazione di tumori legati all’obesità e, quindi, all’intestino, rene, pancreas, fegato ed intestino. Ciò detto, possiamo concludere con la considerazione che, invece, una sana alimentazione basata su una dieta mediterranea è una soluzione importante ad eventuali problemi. Via libera, dunque, a legumi, cereali, verdure, frutta e pesce.